Giverny
Giverny – Rai Eri
1. | Giverny | ||
2. | Pettini e pettinini | ||
3. | La luna balla il tango | ||
4. | Passando | ||
5. | Dove mi perdo | ||
6. | Passo a due | ||
7. | L’amore non detto | ||
8. | L’arte dell’incontro | ||
9. | Il tuo ritorno | ||
10. | L’amore che non passa | ||
11. | Carnevale | ||
12. | Laura |
Grazia Di Michele: da Gauguin a Monet
Il giardino di Giverny, dove Claude Monet scelse di vivere dipingendo la bellezza della natura, ispira l’ultimo album della cantautrice, uscito nel mese di ottobre. Testi raffinati e arrangiamenti jazz per un lavoro realizzato con il pianista e compositore Paolo Di Sabatino e con la partecipazione dell’ Orchestra Sinfonica Abruzzese.
Non più le giovani indigene della Polinesia, magiche e colorate come le dipinse Gauguin, ma i fiori esotici degli stagni e dei giardini di Monet, a Giverny. Questo il “nuovo mondo” di Grazia Di Michele, che battezza il suo ultimo lavoro con lo stesso nome del villaggio della Normandia dove Claude Monet decise di rifugiarsi, per vivere solo di natura e di luce.
La cantautrice de “Le Ragazze di Gauguin” torna dunque alle suggestioni della pittura francese con un lavoro scritto e musicato con grande cura, dove i testi poetici si fondono con le melodie e le sonorità più raffinate. La brillantezza di un trio jazz e l’ariosità di un’intera orchestra sinfonica, per un album al quale partecipano, oltre a Paolo Di Sabatino che ha anche curato l’arrangiamento dei brani, artisti di grande caratura: dal bassista Marco Siniscalco ai percussionisti Glauco Di Sabatino e Giovanni Imparato, all’Orchestra Sinfonica Abruzzese, che ha inciso per Grazia alcune delle canzoni contenute nel disco, fino a Antonio Galbiati e Gabriella Scalise, coristi d’eccezione.
“La notte chiama e non mi fa dormire – dice il testo che dà il nome al cd – il mio giardino d’acqua in riva al fiume, che muta con la luce e le stagioni le sue ninfee d’oriente e i suoi colori. E penso a ogni riflesso che ho fermato, tra le foglie di malva, e se ho perduto in un passaggio d’aria il movimento di un iris che si piega contro il vento”.
Il giardino di Giverny è un luogo incantato, ma soprattutto è un simbolo, la ricerca e la difesa appassionata e struggente di ciò che è bello e che parla al cuore delle persone. “Mentre fuori c’ era la guerra – spiega Grazia Di Michele – Claude Monet proteggeva il suo mondo, e in qualche modo metteva in salvo ciò che nella vita vale e merita davvero di essere coltivato”.
“Quello che dovremmo tutti difendere – aggiunge la Di Michele – è la bellezza e l’incanto della vita, insieme a quella tenerezza e sottile ironia che ci rivela l’umanità delle persone”.
E l’ umanità è il tema portante di “Giverny”, che esprime una ricercatezza tanto nella scrittura quanto nelle storie narrate: il corpo dell’uomo amato (Dove mi perdo), l’avventura amorosa in una triste balera (Passo a due), la mente appannata di una donna malata di Alzheimer (Laura), l’antagonismo ironico tra uomo e donna (Carnevale, Pettini e pettinini), il fluire del tempo (Passando) e molto altro.
Per ogni storia un’atmosfera, per ogni frase una sottolineatura – si direbbe una “pennellata” – ora di pianoforte ora di sassofono, di fisarmonica o di archi, per un disco che rappresenta una svolta nel percorso artistico di Grazia Di Michele, e che sta già portando la cantautrice insieme al trio di Paolo Di Sabatino nei circuiti più raffinati del jazz e della canzone d’autore.